Variante Omicron, il virologo russo Pyotr Chumakov sull’origine: “Forse creata artificialmente. Ha tre amminoacidi che non possono comparire naturalmente”. Ma il biologo Angelo Vescovi…
Non è stata ancora fatta luce sull’origine del Covid, con la tesi della fuga dal laboratorio che non viene più esclusa, ma già si apre un nuovo caso e riguarda la variante Omicron. Il professor Pyotr Chumakov, membro dell’Accademia delle scienze russa, ritiene che questo ceppo sia «super indebolito». Ottimo, no? In realtà per il virologo russo «è abbastanza ovvio che questa sia un’opera d’arte». Consapevole del fatto che questa teoria possa essere definita complottista, l’ha comunque approfondita: «Ora hanno deciso di porre fine alla pandemia, perché è giunto il momento di cambiamenti drastici nel mondo. Nei prossimi tre o quattro mesi, molto cambierà». Ma chi può aver deciso di “fermare” la pandemia Covid? «Colui che l’ha lanciata».
«Ora è semplicemente arrivato il momento in cui, per qualche motivo politico, hanno deciso di spegnere rapidamente la pandemia». Le parole di Pyotr Chumakov, riportate dall’agenzia Tacc, sono destinate a far discutere. A proposito delle mutazioni presenti nella variante Omicron, sostiene che siano state raccolte tutte quelle note, ma ci sono «tre amminoacidi», la cui comparsa non può essersi verificata naturalmente secondo lo scienziato.
VESCOVI “ORIGINE OMICRON? DUE IPOTESI…”
Non c’è da preoccuparsi, dunque, anche se la variante Omicron per le sue caratteristiche «può infettare molte persone che sono già state vaccinate, ma la loro malattia è lieve». Non sarebbe un problema, secondo Pyotr Chumakov, anche per i non vaccinati. «Cioè, sembra che questo sia un ceppo che si diffonde molto rapidamente ed è facilmente tollerato. Questo è molto buono». Anche il biologo e farmacologo Angelo Vescovi sottolinea la superiore capacità infettiva della variante Omicron rispetto alla Delta. D’altra parte, per quanto riguarda l’origine si schiera tra chi ne ipotizza una naturale.
«È un virus che deriva probabilmente da un paziente che magari ha incubato per tanto tempo il virus o addirittura è cresciuto nei roditori e poi è passato all’uomo», ha detto a Stasera Italia. Vescovi però ha citato un farmaco, Broncovaxom, che potrebbe prevenire il Covid, anche se non è stato ancora testato per questo: usato da 60 anni, ha lo scopo di prevenire le infezioni delle vie respiratorie nella stagione fredda. «Il farmaco è autorizzato in Italia per la profilassi delle malattie respiratorie, tranne la polmonite. Non è approvato negli Stati Uniti ma c’è un trial clinico dell’FDA in corso», ha dichiarato Vescovi.