Scoperta a 40 metri di profondità una città di 12mila anni: i resti di Dwarka
Sotto le acque del Golfo di Khambhat, in India, strutture che si estendono per 8 chilometri di lunghezza e 3 di larghezza. Le datazioni al radiocarbonio mettono in discussione le narrazioni tradizionali della storia dell’uomo

Sotto le acque dell’odierno Golfo di Khambhat, lungo la costa occidentale dell’India, giace una delle testimonianze archeologiche più sorprendenti della storia moderna: la città sommersa di Dwarka. Questa città leggendaria, menzionata nei testi sacri indù come il Mahabharata e il Bhagavata Purana, è tradizionalmente associata al dio Krishna, che si narra l’abbia fondata ed eletta a sua capitale.
Le rovine, studiate dall’Istituto Nazionale Indiano di Oceanografia, potrebbero essere collegate alla misteriosa civiltà della Valle dell’Indo, anche se gli studiosi ancora dibattono sulla sua precisa datazione e sul suo ruolo storico. Gli enigmatici resti sommersi di questa incredibile città sono stati portati agli onori delle cronache da una serie di esplorazioni subacquee condotte alla fine del XX secolo. Situati a una profondità di circa 40 metri, si estendono per 8 chilometri di lunghezza e 3 di larghezza, con strutture architettoniche ancora intatte che sfidano il tempo, e mostrano edifici di pietra, mura e strade, suggerendo l’esistenza di un insediamento portuale avanzato. Ma ciò che rende la scoperta straordinaria è la sua possibile antichità: le datazioni al radiocarbonio di alcuni manufatti recuperati indicano infatti un’età compresa tra i 9.000 e i 12.000 anni. Una risultanza esplosiva. Se confermata, infatti, questa datazione sconvolgerebbe radicalmente le teorie convenzionali sulla civiltà umana, poiché significherebbe che una civiltà fiorente esisteva ben prima di quanto finora si dicesse.
Secondo le scritture, Dwarka era una città maestosa, costruita con oro, argento e gemme, e abitata da migliaia di persone. Tuttavia, si dice che, dopo la morte di Krishna, la città sia stata inghiottita dal mare, un destino attribuito alla volontà divina. Questa descrizione mitologica trova un’eco sorprendente nelle rovine sommerse, alimentando il dibattito tra studiosi, archeologi e storici.
La scoperta di Dwarka non solo suggerisce che le civiltà avanzate potrebbero essere esistite molto prima di quanto si pensasse, ma mette in discussione, nel contempo, le narrazioni tradizionali della storia dell’uomo. Se la città fosse davvero così antica, allora la cronologia della civilizzazione umana dovrebbe essere rivista, aprendo nuove prospettive sulla conoscenza e sulle capacità delle antiche culture.
Come spesso accade, il mare custodisce i segreti più profondi della nostra storia. E mentre noi ammiriamo i resti di Roma e Pompei, certe scoperte ci dicono che nelle profondità dell’oceano giacciono le testimonianze di un passato ancora più remoto e misterioso. E’ chiaro, restano molti dubbi e discussioni. Ma di sicuro Dwarka conserva un alone di mistero. Resta sospesa tra mito e realtà e continua a sfidare il nostro modo di comprendere il passato. Si rivela un luogo in cui mito e scienza, realtà e fantasia, si incontrano. Dove ogni ulteriore scoperta potrebbe costringerci a riscrivere la storia.