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Addio di Gelmini a Calenda, per ora al Misto: voci su passaggio a Noi Moderati

Dopo l’addio di Enrico Costa, anche Mariastella Gelmini, Mara Carfagna e Giusy Versace lasciano il partito di Carlo Calenda. Quattro addii di peso in 48 ore: un colpo durissimo per Azione. La causa del divorzio? L’avvicinamento del partito al campo largo, con le alleanze stipulate in occasione delle imminenti regionali in Liguria, Emilia-Romagna e Umbria

Addio di Gelmini a Calenda, per ora al Misto: voci su passaggio a Noi Moderati

La voce su un possibile addio ad Azione girava da un po’. Oggi è arrivata la conferma: Mariastella Gelmini lascia il partito di Carlo Calenda e ad ufficializzare il “distacco” è lei stessa con una nota, a pochi giorni da un’altra importante “defezione”, quella di Enrico Costa (passato con Forza Italia). «Il mio percorso in Azione si conclude oggi», ha annunciato l’ex ministra che ha spiegato: «Ho avuto con Calenda un confronto sereno e leale e per quanto mi riguarda la stima e la gratitudine nei suoi confronti restano immutati», ma «le scelte politiche del movimento a cui ho aderito con entusiasmo due anni fa (nel luglio 2022) vanno in una direzione che non posso condividere perché significativamente diversa da quella originaria». All’ex ministra non è andata giù la scelta di un’alleanza di Azione con M5S e Avs in vista delle prossime regionali, il cosiddetto campo largo. Da qui la decisione di andare via: per ora la senatrice si iscriverà al Misto di palazzo Madama, poi si vedrà ma i rumors sempre più insistenti assicurano che ormai l’ex portavoce di Azione approderà a ’Noi Moderati’, la formazione politica di centrodestra che sostiene il governo Meloni ed è guidata da Maurizio Lupi. Entrata in Azione due anni fa dopo aver lasciato Forza Italia, in dissenso con la scelta dei senatori azzurri di non partecipare al voto di fiducia pro governo Draghi, Gelmini ha iniziato a manifestare la sua insofferenza verso la linea di Calenda sottotraccia di fronte all’ipotesi di un’alleanza organica con il centrosinistra.Anche Mara Carfagna lascia AzioneIn serata arriva la notizia che anche Mara Carfagna lascia Azione. Lo riporta una nota del partito: «Prendiamo atto con rammarico della decisione di Mariastella Gelmini, Giusy Versace e Mara Carfagna di lasciare un partito che le ha accolte e valorizzate in un momento particolarmente critico del oro percorso politico». Anche Carfagna ha alle sue spalle una lunga militanza in Forza Italia prima del passaggio nel 2022 in AzioneGiusy Versace: no al campo largoPoco prima aveva annunciato il suo addio un’altra ex forzista, la senatrice Giusy Versace. Anche lei contraria alla prospettiva del campo largo. «Già prima dell’estate avevo manifestato a Carlo Calenda il mio disagio, nonchè il mio disappunto rispetto all’ipotesi di aderire a un campo largo anche in Liguria. Nell’incontro avvenuto con lui oggi a Roma ho approfondito tutte queste ragioni, confermandogli la stima e l’affetto che nutro nei suoi confronti e la gratitudine per la fiducia riposta in me. Al contempo, però, devo prendere atto che le scelte politiche, benché legittime, portano il partito in una direzione che non è quella che auspicavo», ha dichiarato.Il divorzio di CostaIl giorno prima era stato Enrico Costa a lasciare Azione, anche lui in dissenso sull’avvicinamento di Carlo Calenda al campo largo. Forza Italia lo aspetta. «Se in tre regioni al voto su tre Azione si schiera con il campo largo, è difficile definirla “terza e al centro”, aveva spiegato. E quindi «da liberale che ha ottenuto, insieme ad Azione e a Calenda, tanti risultati garantisti sulla giustizia (contrastati dal campo largo), non condivido – aveva aggiunto – ma rispetto questo percorso, che non seguirò. Di certo proseguirò le mie battaglie garantiste con la stessa intensità e passione». Battaglie in cui spesso in questi mesi si è trovato allineato con gli azzurri alla Camera, dalla separazione delle carriere ai limiti alla pubblicazione, da parte dei giornalisti, delle ordinanze di custodia cautelare.

Marattin lascia Italia Viva

Il 9 settembre, invece, era stato il deputato Luigi Marattin a dare sfogo al suo malcontento annunciando l’addio a Italia Viva e aderendo per il momento al gruppo Misto. L’insofferenza di Marattin aveva iniziato a serpeggiare dopo l’intervista di fine luglio a Repubblica nella quale Matteo Renzi dichiarava archiviata la stagione del terzo polo dopo la sconfitta alle europee e apriva all’alleanza con il centrosinistra. «L’ultimo congresso, quello che ha eletto Renzi, lo ha fatto su una proposta politica terzopolista. Se ora si vuole legittimamente cambiare linea – aveva dichiarato in quell’occasione Marattin – a farlo deve essere lo stesso organo: un congresso, in cui si chiamano gli iscritti a decidere». E aveva ammonito: «Senza congresso, se si dovesse fare una forzatura del genere, ne trarrò le conseguenze».