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Omicidio di Sharon Verzeni, il fidanzato Sergio Ruocco convocato in caserma e interrogato per ore

Le indagini sulla donna uccisa a coltellate per strada a Terno d’Isola. Il compagno di 37 anni è stato sentito dagli inquirenti come persona informata sui fatti. Con lui c’è anche il padre

Dopo due settimane dall’omicidio di Sharon Verzeni, la donna di 33 anni uccisa a coltellate per strada in via Castegnate a Terno d’Isola, gli investigatori hanno deciso di sentire di nuovo il fidanzato Sergio Ruocco. Il compagno, di 37 anni, è stato convocato alle 15 al comando provinciale dei carabinieri di Bergamo nel pomeriggio di lunedì 13 agosto: è stato sentito per oltre quattro ore dai militari – senza pubblico ministero – come persona informata sui fatti. Non è presente il suo avvocato, ma con lui c’è il padre

Sergio Ruocco era stato uno dei primi sospettati per l’omicidio: è una procedura normale indagare sul partner in caso di femminicidio. Secondo le indiscrezioni trapelate, però, l’uomo aveva fornito agli investigatori un alibi ritenuto attendibile e sarebbe quindi risultato estraneo all’omicidio. Aveva dichiarato che al momento del delitto, nella notte tra il 29 e il 30 luglio, si trovava nel letto di casa sua. Un fatto confermato da due telecamere posizionate a casa dei vicini: dai filmati si vedeva Sharon uscire di casa attorno a mezzanotte e poi nessun altro.

Non si esclude comunque un nuovo sopralluogo nella casa della coppia in via Merelli. Inoltre, si attende a breve l’esito degli esami che il Ris di Parma – il Raggruppamento carabinieri investigazioni scientifiche – ha effettuato sugli abiti e sul cadavere di Sharon per cercare tracce di dna.

L’interrogatorio di Ruocco era un atto ampiamente previsto: non è però chiaro se nel frattempo siano emersi ulteriori aspetti che gli inquirenti vogliono chiarire chiarire. Insieme all’esame delle telecamere di Terno d’Isola – oltre una cinquantina – i carabinieri stanno sentendo tutte le persone potenzialmente informate dei fatti utili alle indagini, in particolare i residenti della zona che potrebbero aver visto Sharon o il suo assassino.

In particolare, si sta cercando di ricostruire le abitudini della giovane e gli orari dei suoi spostamenti: molti gli interrogativi aperti. Durante le sue frequenti camminate serali faceva sempre lo stesso percorso? L’assassino ha teso un agguato? Perché Sharon aveva disattivato l’app contapassi e la relativa geolocalizzazione?

Nel frattempo è sfumata la pista che vedeva implicato uno spacciatore marocchino che aveva una base d’appoggio in un garage non lontano dal luogo dell’omicidio e che era stato visto poche ore dopo il delitto in via Castegnate. L’uomo ha infatti un alibi che esclude il suo coinvolgimento dell’omicidio. E anche il coltello che era stato trovato nel box non presenta tracce di sangue.