Non solo «Mary Poppins»: 5 cartoni Disney che non vi faranno più vedere
Nel Regno Unito cambia la classificazione per età del film: «È discriminatorio». Ma ci sono almeno 5 corti di Paperino e Pippo ancora meno politicamente corretti
Dopo i disclaimer su Dumbo e Via col vento , anche Mary Poppins finisce nel mirino del politicamente corretto. Almeno nel Regno Unito: il British Board of Film Classification, a 60 anni dall’uscita della pellicola Disney con Julie Andrews, ne inasprisce la classificazione per età. Non è più un film per tutti, ma un’opera per «bambini accompagnati». La motivazione della decisione sta nel «linguaggio discriminatorio» che si coglierebbe nell’utilizzo del termine dispregiativo «ottentotti», originariamente usato dagli europei bianchi per i popoli nomadi dell’Africa, per riferirsi agli spazzacamini con la faccia sporca di fuliggine. Certo, per la stessa ragione, qui in Italia, dovremmo auspicare una nuova versione di un classico del nostro Romanticismo: la Lettera semiseria di Grisostomo scritta da Giovanni Berchet, in cui la parola «ottentotti» è indirizzata al volgo ignorante. Ma vabbé, non voliamo così alto. Ci basti citare cinque cortometraggi della casa di produzione di Topolino risalenti agli anni Quaranta e Cinquanta che, con l’aria che tira, non vi faranno più vedere. Eccoli.
Der Fuehrer’s Face (1943)
Disney ha fatto entrambe le guerre mondiali. Nella Prima era autista della Croce Rossa in Francia. Nella seconda, già tycoon di successo, produsse cartoni propagandistici per le truppe impegnate a combattere le forze dell’Asse. Il più celebre, mai uscito in Italia, è Der Fuehrer’s Face (1943), corto vincitore di un Premio Oscar per il miglior film d’animazione. Protagonista: Paperino impegnato nella dura vita della recluta dell’esercito del Reich, tra spolette da montare al grido di «Heil Hitler» e passi del Mein Kampf da mandare a memoria. Finale riconciliante: lo sventurato papero si sveglia in America, sospira e abbraccia la sua amata Statua della Libertà in un tripudio di stelle e strisce.
Ti sogno California (1945)
La conquista del West secondo Pippo nel corto Ti sogno California (Californy ’er Bust, 1945), con le carovane guidate dagli eroici pionieri costretti a guardarsi le spalle dagli attacchi indiani. La rappresentazione dei nativi americani è a dir poco macchiettistica mentre quello che in realtà fu un genocidio qui diventa una specie di gioco. Poi arriva l’uragano e spazza tutti via.
Un regalo per Paperina (1946)
Nessun animale è stato maltrattato durante la produzione di questo film. Quante volte lo avremo letto nei titoli di coda? Gli animali di Disney erano disegnati, ma nell’America del dopoguerra non si andava tanto per il sottile: in Un regalo per Paperina (Dumbbell of the Yukon) ecco a voi Paperino che, per regalare una pelliccia tutt’altro che ecologica all’amata, sceglie di immolare un tenero cucciolo di orso. Come farlo fuori? Decapitazione? Veleno? Alla fine opterà per l’impiccagione, ma ovviamente l’impresa è destinata al fallimento. Animalisti, auf wiedersehen.
Domani a dieta! (1951)
Anche Pippo ha avuto problemi di linea. Non proprio Pippo, a dire il vero, ma il suo alter ego anni Cinquanta George Geef che nell’episodio Domani a dieta! (Tomorrow we diet!) si impegna in un estenuante corpo a corpo con una bilancia intelligente. Che non esita a definirlo «grasso come un porcello». Non esattamente quello che i comitati per la tutela dei minori vorrebbero sentire da un prodotto audiovisivo destinato alle famiglie.
Vietato fumare (1951)
Chissà quante volte, prima di vedere un cartone d’epoca su Disney+, avrete letto sullo schermo «Contiene rappresentazioni di tabacco». Se un giorno dovessero decidersi a caricare sul portale Vietato fumare (No smoking, 1951), la scritta dovrebbe diventare: «Contiene solo rappresentazioni di tabacco». Il corto avente ancora una volta per protagonista Pippo/George Geef tratta di una delle compulsioni meno politicamente corrette a questo mondo. Rappresentata in situazioni storiche (Colombo che sbarca in America e viene omaggiato di sigari dagli indios) e proverbiali (l’ultima sigaretta del condannato a morte). Pippo prova a smettere di fumare, ma il vizio finisce per avere la meglio. Tanto vale arrendersi.