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NAPOLI, INIZIA L’800SIMO ANNO DELLA PIÙ ANTICA UNIVERSITA’ PUBBLICA OCCIDENTALE

Festeggiati ieri i 799 anni dell’Università degli Studi “Federico II” di Napoli. Il 5 giugno del 1224, infatti, dalla Sicilia, lo Svevo Federico II Hohenstaufen, uomo colto, protettore di arte e letteratura, attrattore di cultura greca, latina, araba ed ebraica, conoscitore di sei lingue, e per tutto questo detto “Stupor mundi”, sanciva la fondazione di una “Universitas studiorum”, la prima laica e pubblica del mondo occidentale, di fatto la prima vera università statale, aperta a tutti e non solo, come accadeva a Bologna, a una ristretta cerchia di studenti facoltosi in grado, di organizzarsi privatamente e pagarsi i docenti.

Con l’Università di Napoli nacque il termine “facultas”, facoltà, cioè facilità, intesa come diritto esteso a tutti di intraprendere gli studi. Federico II concesse proprio delle facilitazioni, incentivi economici e di alloggio, a coloro che avrebbero voluto frequentarla.

Nell’editto scritto in latino dal Sovrano si comprendeva la sua intenzione di evitare l’emigrazione e la fuga dei cervelli dal Regno di Sicilia, fin lì costretti “a mendicare in terra straniera”. Potevano fermarsi a Napoli, “luogo dove ogni cosa è in abbondanza, dove le case sono sufficientemente grandi e spaziose, dove i costumi di tutti sono affabili e dove si trasporta facilmente per mare e per terra quanto è necessario alla vita umana”.

Federico II, amante più della Sicilia e delle Puglie, scelse Napoli, fin lì città piccola all’ombra della capitale Palermo, per la sua posizione geografica, decisamente vantaggiosa, e per la sua qualità di vita. L’istituzione risultò fattore importante per la crescita demografica di Neapolis e per il raggiungimento del suo prestigio di città capitale. L’Ateneo partenopeo, ancora nei decenni successivi all’unità d’Italia, risultava primo in Italia per numero di iscritti e terzo in Europa, dopo quelli di Berlino e Vienna. Oggi è terzo in Italia, dopo La Sapienza di Roma e l’Università di Bologna